28 Mar 2024

Matteo 5,1-12

Abbiamo sentito tante volte le beatitudini.
Gesù chiama ‘felici’ gli infelici, quelli che non hanno successo, quelli che hanno più bisogno di Dio.

Nessuno parla così. Noi non riusciamo a vedere con la stessa chiarezza con la quale Gesù guarda il mondo: Lui vede Dio che lavora, noi riusciamo soltanto a desiderarlo, a intravederlo, a intuirlo.

Per Gesù, i poveri in spirito possiedono…, abitano il Regno di Dio. Essere ‘povero in spirito’ significa avere il cuore libero, non attaccato alle false sicurezze che ci danno i beni materiali, il potere, l’autorità…

Per Gesù, gli afflitti, quelli che piangono, troveranno in Dio la consolazione: non è soltanto un desiderio, non è l’intuizione di qualcosa lontana. Gesù parla con autorità perché sa che Dio, amore infinito di padre e di madre, consolerà i suoi figli e li consolerà davvero. Benedette lacrime del presente, che saranno asciugate con il fazzoletto di Dio.

Per Gesù, i miti erediteranno la terra. Questo sembra proprio difficile. Oggi la terra è posseduta dai più forti, dai più aggressivi. I miti sono messi da parte, in un angolino. La fede di Gesù fa a lui vedere la giustizia regnante nel mondo. La giustizia di Dio (che non è quella di dare a ognuno quello che si merita, ma quello di cui ha bisogno), è già in atto e sazia quelli che hanno fame e sete di un mondo regolato secondo l’amore di Dio.

I misericordiosi, ci assicura Gesù, troveranno misericordia. Anche se sembra che tanti atti di compassione, silenziosi e anonimi, si dimenticano tra le pieghe della storia, Gesù ci dice che niente va perduto, che tutti i segni di amore, anche i più piccoli, costruiscono la società solidale e amorevole del domani. I misericordiosi creano misericordia, perciò, troveranno misericordia.

I puri di cuore vedono Dio, perché Dio c’è, Dio agisce in questo mondo, lo Spirito di Dio non smette di soffiare, di riempire di vita l’universo, dal più piccolo fiore alla galassia più immensa.
Ci vuole un cuore puro, cioè, senza invidie, senza sfiducia, senza macchie di paura per gli altri, per vedere Dio presente, soprattutto, in ogni persona che incontriamo, in ogni sorella e fratello che in Signore fa incrociare sul nostro cammino.

Le beatitudini rovesciano le aspettative del mondo. Offrono un altro punto di riferimento per costruire la società umana. Così Matteo comincia i grandi discorsi di Gesù: con le fondamenta del Regno.
Adesso, mettiamoci al lavoro.

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